Una borsa di qualità, in termini estetici e materici, è come un bel paio di scarpe: nei momenti di tedio della nostra giornata ci viene in aiuto, a ricordarci che siamo sempre circondati dall’armonia e dalla piacevolezza che l’eleganza elargisce, anche quando ci sembra di percepire solo la noia.
La borsa, inoltre, rispetto alla scarpa, offre una possibilità ulteriore di memento sensoriale: la si può, sempre nei suddetti momenti di uggia, toccare. O, se preferite, discretamente accarezzare. Cioè percorrere fugacemente con le dita la bombata cedevolezza di un matelassé, sorbire la scivolosa morbidezza di un vellutato pellame, la politezza essenziale di un martellato o quella più rigorosa e disciplinata di una vernice. E tutto ciò mentre siamo costretti nel ristagno esasperante di una coda troppo lunga o un interlocutore verboso ci trattiene più del dovuto, mentre attendiamo un tram che tarda ad arrivare o quando, saliti sul suddetto mezzo, ci accorgiamo che la stanchezza incombe e che il tragitto verso casa ci appare interminabile.
N. B.: applicabile anche a una sciarpa di seta, a una falda di cashmere o a un pettinato di pura lana, di quelli che gareggiano, in morbidezza, con i più nobili filati.
(Di P.)
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