martedì 27 settembre 2011

Per me, l'eleganza.

Vincent Van Gogh - The Potato Eathers
Cosa può essere o non essere elegante?
Ecco la mia classifica!

ELEGANTE E'

* invitare gli amici a cena e far sì che si sentano come a casa propria: è bello quando gli invitati si sentono a loro agio e si rilassano tra una chiacchiera e l'altra! Secondo me è importante che l'ospite sia attento ad ogni particolare, ed ad ogni esigenza degli invitati: non aspettiamo di notare qualcuno che cerca con lo sguardo la botiglia dell'acqua, sostituiamo quella vuota con una piena appena terminata!
* ringraziare per una bella serata il giorno seguente, magari con un mazzo di fiori, la persona che ci ha ospitato per un pranzo, una cena, una festa: sentire che la serata è stata apprezzata è sempre gradevole.
* dare la risposta ad un invito con anticipo rispetto alla data: chi organizza potrà pianificare tutto con  maggior tranquillità.
* non usare cellulari e palmari a tavola: una volta era scontato, da qualche anno sembra che più nessuno ci faccia caso!
Fitzpatrick Riots - Rissa al Covent Garden Theatre
* seguire un film in silenzio: no comment!
* seguire uno spettacolo teatrale in silenzio: qui si disturbano non solo gli altri spettatori ma anche gli attori!










NON E' ELEGANTE

* aspettare che chi ti ha invitato ad una cena o ad un evento ti richiami per dirgli se vi prenderai parte o meno: questo è indicativo dell'interesse e del rispetto per l'ospite.
* parlare al telefono a tavola, o rispondere agli sms, o chattare. Fino a qualche tempo fa era ritenuto sinonimo di maleducazione, oggi, se lo si fa notare si rischia di passare per dei rompiscatole. Chi trascorre la serata tra amici con la testa china sul telefono potrebbe starsene tranquillamente a casa. Farebbe miglior figura!
* parlare durante un film, o masticare nelle orecchie a chi sta seduto vicino: come si stava bene negli anni Novanta, con il divieto di portare bevande e cibo in sala!
* a teatro, applaudire prima della fine della rappresentazione, o chiacchierare senza rispetto prima dell'inizio di uno spettacolo a scena aperta, con gli attori presenti sul palco: un po' di rispetto per chi dovrà mantenere una certa concentrazione! Peggio: fare cattivi apprezzamenti durante la rappresentazione: nessuno vi ha obbligato ad andare a teatro, ed esiste la possibilità di informarsi prima di acquistare il biglietto.


Queste alcune considerazioni, ma accetto suggerimenti per completare la mia lista!
 (Di M.)

(Le immagini sono prese in prestito qua e là su web, mi riservo di toglierle se qualcuno ne avanzasse i diritti! ;-)


giovedì 1 settembre 2011

Chic et cher (cartoline da Parigi)


Mentre C. folleggiava per la Baviera, io mi sono concessa una vacanza a Parigi, un luogo che non ha bisogno di presentazioni (tengo però a consigliare, nel caso vi capitasse di visitare questa città alla fine dell’estate, di mettere in valigia qualche pezzo strategico, onde fronteggiare un tempo meteorologico per il quale la parola “variabile” è uno sfrontato eufemismo, non solo nell’arco di una giornata, ma anche nel corso di una più modesta mezz’ora. Portatevi gli occhiali da sole, insomma, ma anche una sciarpa di seta e un pull di cachemire: non pesano nulla, né nella vostra valigia da volo low cost che non deve superare gli X chilogrammi agli spietati controlli, né quando ve li portate appresso durante passeggiate e visite sul posto. Ma quando si alza il vento, piove improvvisamente come se non dovesse mai più smettere o il sole semplicemente si nasconde dietro le tipiche nubi azzurro metallico sciarpa e pull vi salveranno – elegantemente – la salute e la vacanza).
Ebbene, durante la mia permanenza in Francia, ho ricevuto due regali notevoli, anche se per ragioni diverse. Qualcuno che mi conosce bene e non rinuncia mai a prendermi un (bel) po’ in giro mi ha offerto un oggetto che, a suo dire, è stato concepito su misura per me. Temo, al contrario, che si adatti a una larga fetta di signore e signorine, ma ho gradito tanto il pensiero quanto il regalo: una shopping che recita Mi piacerebbe tanto avere una borsa elegante e costosa
Il disegno che accompagna la frivola sentenza raffigura una Kelly del gruppo Hermès, una borsa che è un pezzo di storia della moda, uno status symbol, un emblema di stile, un classico fra i classici, ecc. Forse non tutti sanno, però, che non si è sempre chiamata così, che si tratta di una borsa creata addirittura nell’Ottocento, quando nasce la maison, e che originariamente era molto più grande e serviva per contenere le selle dei cacciatori. Le dimensioni odierne le raggiunge solo nel 1930 e soltanto a metà degli anni Cinquanta prende il nome dell’attrice Grace Kelly che, incinta della sua prima figlia, pare usò la borsa per nascondere la gravidanza ai fotografi, facendosi così immortalare con la sua Hermès in primo piano, in immagini che fecero il giro del mondo. Ma quella che sarebbe diventata la “Kelly”, con la sua chiusura a battente e serratura a chiave, era già il prodotto di punta della casa francese da diversi anni.

La mia nuova shopping non è una Hermès, benché sia, a suo modo, molto chic. E, oltre alla persona che me l’ha regalata e al suo sense of humour, mi ricorda quanto ridicola sia la passione (per le borse – ma solo per le borse?) se diventa ossessione. Non è poco per una shopping di tela.
E l’altro regalo? Be’, ça va sans dire : un sac chic et cher.
(Di P.)