domenica 13 gennaio 2013

Un decalogo in saldo




1. I soldi vanno, l’acquisto resta: che ne valga la pena, allora! O niente.

2. Se non è della mia taglia, non è della mia taglia. Quindi, non è della mia taglia. Ciò significa che non è della mia taglia.

3. Una cosa preziosa è lo spazio: non riempirò quello del mio armadio di cianfrusaglie. Nemmeno se sono firmate.

4. Meglio rinunciare a una cosa bruttina e poco costosa per comprarsene una (magari) più cara, ma bellissima (!), l’anno prossimo.

5. Inutile fare follie. Non sono ancora su un’isola deserta. Ci sarà sempre un altro vestito.

6. Idem. Ci sarà sempre un’altra borsa.

7. Idem. Ci sarà sempre un altro paio di scarpe (barra stivali).

8. Se non è il mio colore, non è il mio colore. Vale a dire che non è il mio colore. Come a dire, quindi, che non è il mio colore. Appunto: non è il mio colore.

9. Se porto solo abiti di jersey neri e camicie di seta, non comprerò pantaloni di lana e dolcevita policromi, costassero pure un soldo di cacio.

10. Se, nonostante tutto, non trovo niente, mi ripeterò il mantra dei saggi: non è la meta (l’oggetto) che conta, ma il viaggio (la caccia!).

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