venerdì 16 novembre 2012

La diatriba dei leggings





Un’amica, qualche settimana fa, mi/si/ci poneva la seguente questione (con una certa veemenza: è grintosa, la ragazza): «Ma dei leggings portati come pantaloni vogliamo parlarne?? Passi quando è il sedere (se bello) che viene evidenziato, ma il modo in cui incorniciano "la parte davanti"... È abominevole! Non si possono guardare! I leggings non sono pantaloni, e che cavolo!!»
La prima cosa che mi viene in mente è che sono un ibrido: né calze né calzoni. E come tutti gli ibridi, dividono: c’è chi li porterebbe tutti i giorni e chi non li metterebbe mai. Senza contare chi non li prende neanche in considerazione (mi inserisco, se permettete).
Sotto una gonna o un vestituccio ce li possiamo far stare, se ci teniamo, ma concordo con la ragazza grintosa: portati al posto dei pantaloni hanno qualcosa di urtante, eccessivo e, francamente, potentemente volgare e un po’ pornografico. Mentre, mi permetto ancora, aggiungerei che, portati al posto delle calze, fanno comunque apparire le gambe opache e, obiettivamente, le ingrossano.
Inoltre, un primo impiego dei fuseaux in tessuto elasticizzato, alias leggings, fu quello dell’abbigliamento sportivo. Sportivo: questo dovrebbe dirci qualcosa.
Li ho cercati in almeno sette tra monografie, manuali e saggi sulla moda e l’eleganza: nessuna traccia. Anche questo dovrebbe dirci qualcosa.
(Di P.)

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