martedì 25 novembre 2014

In sella, comincia la storia



Tanto per non usare mezzi termini né tergiversare, diciamo subito che Tutte le bici che non ho più è un bel libro. Anche nell’aspetto (il disegno di copertina, lieve e disteso come una pedalata in pianura, è di Margherita Micheli). Appena uscito (per i tipi della Scripta), infatti, il volume è già stato ristampato. Non scaricato. Proprio ristampato.



Doveva essere un manuale (autorevole, visto l’autore) per il ciclista, ma tra le pagine più illustrative – anche quelle godibilissime – si sono inseriti per fortuna dei racconti, degli aneddoti, delle leggende, dei ritratti. Che l’autore, sempre lui, quello autorevole, è capace di porgere con una simpatia, una grazia e una verità corroboranti. La scrittura scorre, scorre anche quella come una pedalata in pianura. E l'immaginazione offre al lettore (e all'autore) un filo rosso che salda poeticamente la vita a tutte quelle biciclette che sono partite per le vie di un borgo o per le strade del mondo.
Alfredo Nicoletti, l’autorevole narratore, tra le altre cose, ha costruito e venduto biciclette (come il padre) per un bel tratto della sua vita. E di storie ne ha viste passare e ne ha sentite raccontare. Le ha riunite. Con eleganza (che imprime sapientemente anche agli sporadici gros mots, e non è da tutti).



Insomma, Tutte le bici che non ho più è una chicca per i ciclisti e gli amanti della bicicletta; è una raccolta di racconti deliziosi, gustosi, commoventi, divertenti; è un piccolo libro sulla veronesità, quella di oggi e quella di ieri, che a volte sono, a ben guardare, la stessa cosa. Ma non si resta a Verona, non ci si ferma là, si viaggia: da varie località venete a Trieste, al Belgio, e si arriva persino a Hollywood, passando per la Bulgaria.
Le vie della bicicletta sono infinite, come quelle delle belle storie.  
(Di P.)



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