lunedì 4 novembre 2013

Balocchi e profumi

Ci eravamo addormentati. Forse. Un po'.
Comunque.
Non è difficile riprendere là dove ci eravamo lasciati.
Per esempio, oggi è arrivata una suggestione. Che vi giro. Riguarda i profumi.


Se lasciamo da parte l'aspetto commerciale - cioè il 90% della questione, d'accordo - credo si possa stimolare qualche riflessione. Andiamo per ordine. Cominciamo da quelle di base. Base. Base. Base. Non aspettatevi la rivelazione.

1. Ammettiamolo, diciamolo, diciamocelo: i profumi non stanno bene a tutti. 
Non nel senso che non tutti i profumi stanno su tutti. Eh, no: troppo facile. Voglio proprio dire che ci sono individui (di entrambi i sessi) a cui una fragranza sottrae invece che aggiungere (qualunque cosa pensiate di aggiungere con un profumo). 
In genere accade per due ragioni. La prima, quella facile, quella fisiologica, è che hanno una pelle che ammazza, sminuzza, stempera, vitupera, sdolcina (neologismo mio: piace?), pizzica, rosicchia, stropiccia, sgualcisce, perturba qualunque essenza, qualunque declinazione odorosa. Ne viene fuori un'altra cosa, ma proprio un'altra cosa. E la somma dei fattori, in questi casi, cambia. Cambia eccome. Cambia da non credere. Cambia talmente e in tal modo che è cosa buona e olfattivamente giusta soprassedere.
La seconda non ve la dico. Perché poi mi scrivete che il blog costanteleganza è "cattivo". E allora niente.
 
2. Metterne troppo può capitare, capita a tutti, è capitato. E continua a capitare. Ma è meglio se non capita.

3. Da ultimo, mi concedo una banalità. Le banalità sono quelle verità così vere e risapute che tutti conoscono e condividono. Quindi, a rigore, non è necesario citarle. Perché, altrimenti, si cade nella... Appunto. 
Però è altrettanto vero e risaputo che può essere corroborante e rassicurante dirsene una ad alta voce, ogni tanto. Ci tiene in contatto con la banalità del reale. Che, a ben guardare, può essere consolante.
Chiedo scusa per la digressione. Che non era ancora la banalità promessa (anche se magari poteva già sembrare che lo fosse).
Ebbene. Dicevamo. Banalmente: il sottofondo odoroso dei dopobarba maschili (non che esistano quelli femminili) è una delle cose più irriducibilmente maleodoranti in circolazione da tempo immemorabile. 


Quel sottobosco sinistro quanto amarognolo che è sempre uguale a se stesso: potete cambiare la marca, la bottiglia, l'epoca, il nome del dopobarba - persino l'uomo potete cambiare - ma lui non cambia, non retrocede, non si sposta. Lo ritrovate sempre. Anche alcuni profumi maschili (esistono anche quelli femminili; anche unisex - e vanno alla grande di recente, pare. Vedasi: http://www.vogue.it/beauty/the-now-idea/2013/05/profumi-unisex-maschili-femminili-fragranze) lo contengono. E si annida là, proprio sul fondo, nel retrogusto odoroso. E quando credevate di esservela cavata - per questa volta, almeno - eccolo che affiora. Ed è subito muschio.

Di P.

Nessun commento:

Posta un commento