Viaggiando all’estero, ci si imbatte spesso in quello che a mio avviso è un mistero, diciamo linguistico. Mi riferisco ai nomi dei locali e ristoranti italiani presenti in altri paesi. Essi vantano nomi “italioidi”, “italiati”, ma non titoli che un italiano sceglierebbe mai. E capisco gli orrori ortografici sul menù (anche se…) ma almeno il nome di un locale dovrebbe richiedere una certa riflessione e coerenza. Invece ci si ritrova davanti a Rimini Ristoranti italiani: ora, ci sarà anche dietro una catena (non menzionata, in ogni caso), ma non è chiaro e non è “bello” perché, se entro in quel ristorante, devo presumere che ce ne sia almeno un altro? E comunque il turista straniero come quello italiano reagiranno certamente con maggiore fiducia alla forma singolare che a quella plurale. Inoltre, in questo caso, era addirittura scritto (a lettere cubitali, rosse, luminose): Ristoranti Rimini italiani.
Oppure, Ristorante Piazza. Può andare, per carità, ma in Italia si chiamerebbe Alla piazzetta, Alla piazza o al limite In piazza. O ancora Roma pizza. Qual era l’impedimento per una Pizzeria Roma?
Immagino che locali aperti da immigrati di seconda o terza generazione possano magari non potere più approfittare della freschezza linguistica dei gestori, ma questi ce l’avranno un telefono, un amico italiano, un collegamento in rete per spulciare qualche esempio. Si potrebbe inventare un mestiere di consulenza che prevenga queste denominazioni poco convincenti, mai eleganti, in fondo fuorvianti.Oppure, Ristorante Piazza. Può andare, per carità, ma in Italia si chiamerebbe Alla piazzetta, Alla piazza o al limite In piazza. O ancora Roma pizza. Qual era l’impedimento per una Pizzeria Roma?
(Di P.)
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